La foto è stata scattata quando ancora la cottura non era completa, i tempi di cottura del cavolo si erano allungati mostruosamente ed era ora di pranzo, dopo un'altra ora la metà (avanzata e cotta ulteriormente) della farinata non era ancora cremosa al punto giusto.
Sono venti anni che abito a Pistoia ma ho assaggiato per la prima volta questa farinata solo un anno fa.Pochi giorni fa, avendo un grosso quantitativo di cavolo nero da utilizzare, mi sono imbattuta in rete in questa ricetta, scoprendo anche che è tipica di Pistoia.
Come tutte le ricette popolari tempi e quantitativi sono molto relativi. Appena cucinata questa versione ho capito come migliorarla soprattutto per i tempi.
INGREDIENTI
(8 persone)
2 mazzi cavolo nero (acquistato dopo la prima gelata)
100 gr fagioli borlotti lessati
acqua di cottura dei fagioli
acqua o brodo (facoltativo)
cipolla
2 agli
farina fioretto di mais
qualche cucchiaio di passata di pomodoro (facoltativo)
PROCEDIMENTO
Fate un trito fine di cipolla, svestite gli agli e schiacciateli leggermente..
Passate i fagioli lessati (in abbondante acqua) aggiungendone una parte e tenendone da parte il restante.
In un ampio tegame versate un po' di olio extravergine di oliva e soffriggetevi cipolla e aglio, aggiungete i fagioli passati e il loro liquido avanzato. Fate tornare il bollore e togliete la pentola dal fuoco.
Versate la farina di mais mescolando fino ad ottenere una polentina morbida.
Aggiungete le foglie di cavolo nero precedentemente private della costola centrale e tagliate fini.
Mescolate bene e fate cuocere a fiamma bassa, col coperchio fino ad ottenere la consistenza di una pappa, fino a quasi non si disfi.
Al bisogno aggiungete altro liquido.Verso fine cottura aggiustate di sale e pepe.
Servite caldissima con poco olio crudo e una spolverata di pepe.
CONSIDERAZIONI
Nelle indicazioni della ricetta originaria veniva detto che dopo 40 minuti al zuppa era pronta, in realtà la mia ha cotto più di due ore. A dire il vero aggiungeva che per ottenere una zuppa di più veloce cottura, ma di sicur minor pregio, si può cuocere prima il cavolo.
Raccontando a una amica pistoiese di questa ricetta anche lei mi ha confermato la precottura del cavolo a parte e l'aggiunta di un po' di passata di pomodoro.
Mi toccherà riprovare questa variante, poi vi racconterò.
Vi posso comunque dire che sapori e consistenze sono unici, forse una "sorella" povera della pappa al pomodoro?
CONSIDERAZIONI 2
CONSIDERAZIONI 3
Ho trovato una ricetta molto preciusa e l'ho provata e qui pubblicata: FARINATA CON LE LEGHE: perfetta!
4 commenti:
la faccio anch'io pure questa!!!! è buonissima!
che poi somiglia in parte agli scacciagatti garfagnini, che però sono fatti con la farina di polenta bramata normale, e più densi, e il giorno dopo se si vuole si possono pure friggere.
vabbé, questo blog mi piace un sacco, mi ci ritrovo proprio!
ah... ovviamente anche questa è naturalmente gluten free
scacciagatti garfagnini... e pensi di cavartela così, io sono di origini romagnole ma ormai da 20 anni in Toscana.. come avrai capito mi piacciono le vecchie ricette tradizionali...
scacciagatti garfagnini ... raccontami :D
praticamente gli scacciagatti sono la tua ricetta, dove però i fagioli si lasciano interi.
insomma, si fa una specie di minestrone essenziale carota-cipolla-sedano-fagioli (e lardo...), e quando bolle ci si butta la polenta bramata, e si fa cuocere il tutto i 40 minuti canonici della polenta.
si serve o nei piatti come farinata, e quella che avanza il giorno dopo fritta.
squisiterrima!
l'ho fatta e postata. però io non ci metto la passata di pomodoro.
per gli scacciagatti, li puoi anche "leggere" come una ribollita nella quale, al posto del pan secco, ci si mette la farina da polenta.
che poi simili agli scacciagatti si fanno anche in emilia, cuocendoli assieme a soliti pezzi di maiale (leggevo da qualche parte che in garfagnana facevano le farinate nell'acqua dove avevano cotto il biroldo).
Posta un commento