Questo è uno spazio in cui raccoglierò una parte del mio mondo, quello dedicato alla mia passione per la cucina, in generale.
Sarà sempre in divenire perchè sono sempre alla ricerca della variante, del meglio... di altro.
Luisa
mercoledì 30 luglio 2008
Sagra del Garganello settembre 2008
Gironzolando in rete ho scoperto che esiste la Sagra del Garganello, si tiene da molti anni a Codrignano (Borgo Tossignano), a inizio settembre.
Quest'anno ci sarà dal 05 - 09 settembre 2008 - Codrignano - Borgo Tossignano (Campo Sportivo).
18.00 - 23.00; la domenica dalle 12.00
Ingresso: gratuito
Per quattro giorni il piccolo borgo porta in trionfo la tipica pastasciutta romagnola, il garganello, preparata dalle cuoche del paese.
Il prodotto della cucina romagnola è fatto con ben 2.000 uova di sfoglia, condito con ragù piccante, funghi e tartufi. Non mancano i tortelli, altro piatto tipico, la carne ai ferri, la musica e gli spettacoli.
Maggiori info sul sito dell'Ente Turismo Imolese e sul sito Ente Turismo Emilia Romagna.
°°°°
Presa da attacco di follia, mi capita spesso... ho caricato i miei due figli, dato appuntamento a mia mamma a Imola e... Domenica 7 settembre sono andata alla Sagra del Garganello a CODRIGNANO.
Il paesino è davvero minuscolo, a pochissimi km sulle colline sopra Imola. Siamo passati a metà pomeriggio ma a parte i cartelli e le grande tavolate apparecchiate tutto era deserto... Abbiamo allora proseguito e fatto un salto a Borgo Tossignano e Tossignano. Il primo è un paese in una vallata davvero caratteristica, attraversata da un largo fiume a balze e coronato da colline rigate da calanchi maestosi, Tossignano, il paese più vecchio invece domina la vallata dall'alto.
Sono piccoli paesi e dopo qualche giretto siamo tornati al Campo sportivo di Codrignao dove era allestita la sagra. Erano solo le 18.. ma in pochissimo tutto si è animato.. l'ampio parcheggio, la gente comparsa dal nulla... e abbiamo scoperto che le cucine aprivano già... perchè era domenica.
Abbiamo deciso di iniziare ad ordinare.. non c'era altro da fare ( solo due stands a cui dopo si è aggiunto quello di un arrotino) , un po' di musica e i gonfiabili per i bimbi ancora sgonfi)
Tanto chissà quanto tempo ci vorrà...
Le ultime parole famose
Non ho mai visto una tale organizzazione! Il numero di coperti apparecchiati in modo impeccabile sotto a un telone e anche all'aperto, con numero identificativo ogni 4 posti era immenso: 500-800 coperti.
Tutti sorridenti all'ingresso era visibile un menù gigante ma a ciascuna famiglia veniva fornito un proprio menù e una penna per compilarlo e .. per partire subito in bellezza un bicchierino di aperitivo e uno di salatini a testa.
Gente dello staff ti indirizzava alla posizione giusta di uno dei tavoloni (per non lasciare posti vuoti e lasciare le estremità a famiglie con bambini e/o passeggini).
Compilato l'ordine , fila alla cassa dove l'ordine veniva passato con penna ottica subito alle cucine e pagavi.
Appena sono tornata e mi sono seduta sono arrivati: tovaglietta all'americana e sacchetto di carta stampati con decoro a "garganelli e pettine"con posate in metallo,stuzzicandete, tovagliolo, bevande e i piatti di pasta. Non era una eccezione.. le 50 persone sedute prima di noi stavano già mangiando e altre 50 si erano sedute dopo di noi.. nel giro di 30 minuti tutti i coperti erano occupati...
appena il piatto o il bicchiere, era vuoto dei ragazzi comparivano dal nulla e te lo toglievano
I garganelli purtroppo sono stati la maggior delusione, buoni, ottimo il sugo ma erano di pasta grossa e fattura industriale... abbiamo poi ordinato anche del salame alla griglia, degli arrosticini di castrato e un piatto di affettati misti, tutti con una piadina piccoletta ma spessa, una vaschetta di patatine fritte; acqua e birra alla spina.
Il salame alla griglia sublime, gli affettati erano davvero buoni e freschi, le patatine sembravano quasi fritte nello strutto... ma quello che mi ha sconvolto è stato mangiare gli arrosticini di CASTRATO!
Io ne vado matta e per ora i migliori li ho mangiati in Abruzzo a Campo Imperatore, cotti nelle grondaie, appena comperati nella piccola macelleria nel centro dell'altopiano.
Questi erano superiori perchè della stessa dimensione, freschezza ma molto più teneri perchè di... vero castrato romagnolo.
Eccovi il menù
stampato su carta con decoro a "garganelli e pettine"
MINESTRE
garganelli alla codrignonese (sugo rosso con pancetta e poco peperoncino)
garganelli al ragù
garganelli speck e radicchio rosso
tortelli al ragù
tortelli burro e salvia
polenta al ragù
polenta con ragù e salsiccia
garganelli al tartufo (solo il lunedì)
SECONDI
salame in graticola con piadina
prosciutto in graticola con piadina
castrato con piadina
spiedini con piadina
arrosticini di castrato con piadina
polenta fritta con casatella
piadina con salsiccia
piadina con prosciutto
piadina con salame
piadina coi ciccioli
fiorentina con piadina
piattto freddo con piadina ( prosciutto, ciccioli, salame, formaggio, sottoli)
piadina
CONTORNI
patate fritte
pomodori al forno
insalata mista
verdure al forno (pomodori, melanzane, zucchine)
DOLCI
zuccherini
crostata
BEVANDE
Aziensa Agricola Merlotta
Pignoletto
Trebbiano
Sangiovese
birra
cocacola
acqua
Vini bianchi
Chardonny DC fermo 2007
Fondo Cà Vecja
Bianco DOC frizzante 2007
Fondo Cà Vecja
Vini rossi
Merlot IGT 2007
Fondo Cà Vecja
Sangiovese Riserva DOC 2005
Fondo Cà Vecja
Tirando le somme posso dirvi che se l'anno prossimo volete andare merita il viaggio anche solo per i paesaggi di questa vallata un po' dimenticata, la gente cordiale, l'ottimo il cibo... ma non pensate più di tanto ai garganelli.
GARGANELLI: Leggende e Abbinamenti
Qualche giorno fa sfogliano la rivista "DeVinis" numero di Maggio/Giugno 2008, ho trovato un articolo scritto da Riccardo Castaldi, intitolato "Storia e tradizione nel piatto", in cui si parlano delle leggende sulla nascita dei garganelli e degli accostamenti di sughi e vini adatti a questa pasta all'uovo.
Vi riassumo brevemente...
Sembra che il nome garganelli derivi dal fatto che la forma e la fine rigatura in senso circolare ricordano gli anelli cartilaginei della trachea del pollo che in dialetto romagnolo si chiamano appunto garganél.
Lo strumento per rigarli come sappiamo è una porzione di pettine da tessere cotone, canapa, lino, una struttura in legno sulla quale sono montate sottilissime lamelle di canna di bambù e si usa una piccola canna o un tassello di legno (della dimensione di una matita) per arrotolare i quadrati di pasta.
La fine rigatura, aiuta a trattenere il sugo e accarezza il palato con una sensazione unica e piacevole.
La tradizione vuole che i garganelli siano comparsi per la prima volta a Imola nel 1725 nella dimora del Cardinale Cornelio Bentivoglio D'Aragona, Legato Pontificio della Romagna. Fu la creatività di una cuoca che disperata si trovò a preparare il pranzo a base di cappelletti senza ripieno perchè se lo era mangiato il gatto. Improvvisò con gli strumenti a disposizione, un nuovo tipo di pasta, partendo dagli stessi quadrati di sfoglia, da servire col brodo di cappone. Fu un gran successo e i garganelli si diffusero velocemente nelle case delle famigli più benestanti.
Altra leggenda li attribuisce alla cuoca di corte di Caterina Sforza (1463-1509), moglie di Girolamo Riario, nipote del Papa Sisto IV, Signore di Forlì e Imola.
Forse le origini sono più umili dato che sono così legati alla tradizione contadina, sicuramente era una pasta della "Domenica" in quanto all'uovo e di non veloce realizzazione. Anche se oggi vengono serviti quasi esclusivamente asciutti forse potevano essere nati per essere davvero serviti in brodo di cappone domenicale o di festa.
L'abbinamento classico per i maccheroni sul pettine è il sugo di carne alla romagnola oppure con un sugo con piselli, prosciutto e noce moscata accostato a un Sangiovese giovane profumato,un Rosso dei Colli di Faenza o un Barbera dei Colli Bolognesi.
Un piatto di garganelli con sugo di lepre potrà abbinarsi con un vino più strutturato come il Sangiovese riserva o un'Uva Longanesi della pianura di Bagnacavallo.
Conditi con un fondo bianco ai funghi porcini andrà bene un Pinot bianco dei Colli di Faenza o un Sauvignon dei Colli Bolognesi.
Con Gamberi e zucchine si sposeranno bene con un Trebbiano di Romagna o un Pagadebit di Romagna.
Per i garganelli conditi con un sugo di verdure o con preparazioni a base di panna, può essere adatto un frizzantino Pignoletto dei Colli Bolognesi
Vi riassumo brevemente...
Sembra che il nome garganelli derivi dal fatto che la forma e la fine rigatura in senso circolare ricordano gli anelli cartilaginei della trachea del pollo che in dialetto romagnolo si chiamano appunto garganél.
Lo strumento per rigarli come sappiamo è una porzione di pettine da tessere cotone, canapa, lino, una struttura in legno sulla quale sono montate sottilissime lamelle di canna di bambù e si usa una piccola canna o un tassello di legno (della dimensione di una matita) per arrotolare i quadrati di pasta.
La fine rigatura, aiuta a trattenere il sugo e accarezza il palato con una sensazione unica e piacevole.
Vista la difficoltà di reperire i pezzi di pettine da telaio si sono usati anche attrezzi rigati in legno a finissimi fili di metallo. Nel 1984 Edoardo Bacchini, pastaio romagnolo ha brevettato la prima macchina per fare i garganelli: sembra che riproduca fedelmente la complicata lavorazione manuale.dal sito del pastificio
La tradizione vuole che i garganelli siano comparsi per la prima volta a Imola nel 1725 nella dimora del Cardinale Cornelio Bentivoglio D'Aragona, Legato Pontificio della Romagna. Fu la creatività di una cuoca che disperata si trovò a preparare il pranzo a base di cappelletti senza ripieno perchè se lo era mangiato il gatto. Improvvisò con gli strumenti a disposizione, un nuovo tipo di pasta, partendo dagli stessi quadrati di sfoglia, da servire col brodo di cappone. Fu un gran successo e i garganelli si diffusero velocemente nelle case delle famigli più benestanti.
Altra leggenda li attribuisce alla cuoca di corte di Caterina Sforza (1463-1509), moglie di Girolamo Riario, nipote del Papa Sisto IV, Signore di Forlì e Imola.
Forse le origini sono più umili dato che sono così legati alla tradizione contadina, sicuramente era una pasta della "Domenica" in quanto all'uovo e di non veloce realizzazione. Anche se oggi vengono serviti quasi esclusivamente asciutti forse potevano essere nati per essere davvero serviti in brodo di cappone domenicale o di festa.
L'abbinamento classico per i maccheroni sul pettine è il sugo di carne alla romagnola oppure con un sugo con piselli, prosciutto e noce moscata accostato a un Sangiovese giovane profumato,un Rosso dei Colli di Faenza o un Barbera dei Colli Bolognesi.
Un piatto di garganelli con sugo di lepre potrà abbinarsi con un vino più strutturato come il Sangiovese riserva o un'Uva Longanesi della pianura di Bagnacavallo.
Conditi con un fondo bianco ai funghi porcini andrà bene un Pinot bianco dei Colli di Faenza o un Sauvignon dei Colli Bolognesi.
Con Gamberi e zucchine si sposeranno bene con un Trebbiano di Romagna o un Pagadebit di Romagna.
Per i garganelli conditi con un sugo di verdure o con preparazioni a base di panna, può essere adatto un frizzantino Pignoletto dei Colli Bolognesi
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