Questo è uno spazio in cui raccoglierò una parte del mio mondo, quello dedicato alla mia passione per la cucina, in generale.
Sarà sempre in divenire perchè sono sempre alla ricerca della variante, del meglio... di altro.

Luisa

giovedì 22 novembre 2012

Ciambella romagnola

ciambella romagnola by fugzu
ciambella romagnola, a photo by fugzu on Flickr.
Parlavo con una amica della di questo dolce tipico che in casa si chiamava zambela, pronunciato con quella "z" che sembra una "s" tipica della nostra pronuncia dialettale...
ed ecco mi son accorta che non ho mai pubblicato una ricetta che avevo provato tanto tempo fa.

Non ricordo la fonte della ricetta ma vi posso dire che questa è molto simile a quella che si mangiava in campagna. Se veniva comperata nei forni di "città", di Faenza, la crosticina chiara era sostituita da una ricca spolverata di zucchero in granella.
In ogni caso era accompagnata da un bicchiere di Albana: il nostro vino bianco dolce.

INGREDIENTI

500 gr farina 0
200 gr zucchero
100 gr strutto
1 bicchiere di latte (125 gr)
4 uova (1 intera e tre tuorli)
3 albumi (montati servono per la crosta)
1 bustina di lievito per dolci
un pizzico di sale
un po' di limone grattugiato

PROCEDIMENTO

Mescolare tutti gli ingredienti ottenendo una pasta omogenea non troppo molle. Foderate una teglia con carta da forno e date la forma a due filoncini dello spessore di poco più di 1 cm della lunghezza di una teglia, levigarli e spalmarli abbondantemente con gli albumi ben montati a neve.
Infornate in forno ventilato a 180° C per 30 minuti circa.
Lasciate raffreddare su una griglia e servite tagliando a fette dello spessore di 1 cm e bagnandole con bicchiere di Albana.

CONSIDERAZIONI

Chi non è romagnolo rimane stupito che la nostra ciambella sia di forma allungata e non un dolce tondo con un buco centrale. Noi siamo sempre ... originali ma ecco su wikipedia la spiegazione da dove deriva il nome.
E' un dolce friabile che si mantiene a lungo. Era tipico delle Feste e ricorrenze speciali.

3 commenti:

carla ha detto...

io lo chiamo belsone!!!
anche a carpi la chiamano ciabella!
caspita e' troppo buona!

Marina ha detto...

Cara Luvi, ho letto il tuo commento sul mio blog e sono venuta subito a vedere la tua ciambella. Che bello questo scambio di ricette della tradizione!
Mia nonna, avendo due vacche da latte, faceva in casa la ricotta e il burro. Ecco perchè lo metteva poi nella ciambella.
Ma sicuramente faceva largo utilizzo in cucina anche dello strutto che arrivava dalla lavorazione del maiale che era rito e festa del mese di gennaio.
Grazie per la condivisione.
Marina

Luvi ha detto...

Grazie Marina Casadei per la visita e per il racconto! so benissimo che ogni famiglia aveva le proprie ricette e ti posso dire che mia nonna paterna veniva da Reda (zona di Faenza verso Forlì), suo marito era di Pergola (zona collinare verso Brisighella) e mia mamma veniva dalla Bassa (zona di Faenza verso Lugo)... e così c'erano sempre 3 versoni di qualunque cibo che combattevano per la supremazia della ricetta GIUSTA, VERA :)
Pensavo in generale che l'uso dello strutto in romagna fosse più diffuso... ma come spre dipendeva da cosa aveva a disposizione ciascuna famiglia...
la famiglia di miamamma faceva formaggi... quella di mia onna paterna e di mio nonno paterno no...
è sempre un piacere incontrare una appassionata delle tradizioni romagnole. :)