Questo è uno spazio in cui raccoglierò una parte del mio mondo, quello dedicato alla mia passione per la cucina, in generale.
Sarà sempre in divenire perchè sono sempre alla ricerca della variante, del meglio... di altro.

Luisa

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sabato 25 gennaio 2025

Crema di aglione

 Mio padre mi ha regalato una grande quantità di aglione da lui coltivato. Adoro questo tipo di aglio, molto ricco di acqua, dal sapore unico e così diverso dagli altri tipi. 

 Unico problema è riuscire a consumarlo prima che si deteriori... Perché il problema è che non si mantiene buono a lungo. Proprio per questo ho fatto diverse prove. Ho pulito e spaccato a metà i grossi spicchi e li ho messi così in freezer in sacchetti sigillati.

Un altro capo di aglione l'ho pulito e frullato con poco olio extravergine di oliva con un mixer a lame ad immersione.

Ho poi messo la crema bianca in un contenitore da ghiaccioli precedentemente foderato da pellicola.

Ho trasferito quindi il tutto in freezer in modo da poter utilizzarlo piccole dosi.

Oggi ho utilizzato l'ultimo cucchiaino di crema di aglione (tenutain frigorifero) in una cacio e pepe ed è stata una meraviglia di sapori!




giovedì 26 marzo 2020

Carciofi fritti alla giudia

Questa ricetta è stata fatta da mia figlia Clara quindi eccola scritta da lei.

Per fare questa ricetta sono necessari dei carciofi particolari, le mammole, dalla forma stondata e particolarmente indicati poiché privi di spine e di peluria interna. 

INGREDIENTI
4 persone

4 carcofi mammole
1 limone
sale, pepe
1 litro olio di arachidi

PROCEDIMENTO
Pulire i carciofi privandoli dei primi due o tre strati di petali esterni, fino a vedere la sfumatura bianca alla base di essi. Mantenere 5 cm di gambo attaccato, eliminando la scorza esterna con uno spilucchino, fino alla base del fiore. Bagnare subito con del succo di limone il gambo pulito per evitare il suo annerimento. Allargare i petali con le dita e aprirli ulteriormente capovolgendoli su un piano e facendo pressione. 
Compiere una prima frittura in olio bollente (io ho usato un olio di semi di arachidi sebbene la ricetta tradizionale preveda l’utilizzo di olio d’oliva) all’interno di una padella profonda che permetta l’immersione completa del carciofo. La temperatura deve essere intorno ai 130°C. I carciofi saranno pronti quando si lasceranno perforare agilmente da uno stecchino di legno da spiedini (indicativamente 5-6 minuti). Per assicurare una cottura uniforme è opportuno girare ogni tanto i carciofi e spingerli in profondità con l’ausilio di una pinza. 

Scolarli dell’olio in eccesso e metterli a riposare su un piatto con carta assorbente. I carciofi dovranno riposare almeno 15 minuti e in questo frangente sarà anche opportuno salarli. 
La seconda frittura prevede una temperatura più alta dell’olio che dovrà essere portato a 170-180°C. Per ottenere dei carciofi ancora più croccanti sarà necessario creare uno shock termico vaporizzando dell’acqua fredda di frigorifero sulla superficie dei carciofi appena prima di tuffarli nell’olio (facendo attenzione agli schizzi). Dopo appena un minuto di frittura i carciofi saranno pronti da servire. 
CONSIDERAZIONI
La seconda frittura assicura che anche le foglie più coriacee risultino croccanti e friabili, sembrerà di mangiare delle chips.

mercoledì 6 aprile 2016

Insalata riccia e alici al modo degli ebrei del ghetto di Roma

Qualche giorno fa ho visto questa ricetta sul canale Sky, Gambero Rosso in una trasmissione, condotta dallo Chef Laura Ravaioli, dedicata alla cucina kasher del ghetto di Roma.
Le versioni sono molteplici, sfumature diverse da famiglia a famiglia.
Ecco la mia.

INGREDIENTI
4 persone
1 teglia forno

1 kg alici fresche (da pulire)
2 cespi grandi di insalata riccia
sale, pepe
olio extravergine di oliva
aglio e peperoncino in polvere
poco pangrattato

PROCEDIMENTO

Accendete il forno ventilato e portatelo a 180°C.
Pulite bene l'insalata togliendo con un coltellino la parte centrale, capovolgendo il cespo e ruotando. Lavatela ripetutamente poi scolatela con l'apposito attrezzo o aiutandovi strizzandola con un panno.
Mettetela in uno scolapasta, salatela abbondantemente e coprite con un piatto mettendo sopra una pentola piena di acqua per pressare per una ventina di minuti e fare uscire eventuale acqua.
Foderate una teglia con carta da forno e infornatela con tutta l'insalata condita con un po' di olio e peperoncino con aglio i polvere, per 20 minuti a 180°C.

Nel frattempo avrete pulito le alici togliendo la testa, la lisca, le viscere e la coda. Passate i filetti sotto l'acqua corrente e cercate di scolarli/asciugarli il più possibile.

Sfornate la teglia, togliete metà dell'insalata che nel frattempo sarà molto diminuita di volume e sarà colorata e croccante.
Distribuite bene nella teglia metà insalata poi mettete i filetti a coprire, salate e pepate aggiungete poco olio.


Coprite con uno strato di insalata e condite nuovamente con poco olio.
Infornate per 20 minuti a 180°C poi sfornate e spolverizzate con poco pangrattato e poco olio cuocendo ancora solo altri 5 minuti.
Servite subito.
CONSIDERAZIONI

Una vera sorpresa per semplicità e sapori. Potete abbondare col peperoncino piccante perchè si sposa benissimo con l'equilibrio di amarognolo (non forte) dell'insalata riccia e il delicato delle alici.
Ottime anche le consistenza che vanno dal croccante dell'insalata al cremoso delle alici al ruvido del pangrattato.

Ricordatevi di acquistare due grossi caspi di insalata riccia perchè in cottura diminuiscono davvero tanto di volume così potrete scegliete poi se aumentare leggermente i due strati di verdura.

mercoledì 8 luglio 2015

CARBONARA: la mia pasta (quasi) alla carbonara

Questa è una delle ricette che io adoro. So che la mia ricetta, che mi fu data da un cuoco di Milano Marittima 30 anni fa, non è quella della vera carbonara ma io preferisco questa!

Eccovi da wikipedia tutte le info su questa pasta.

La pasta alla carbonara è un piatto caratteristico del Lazio e più in particolare di Roma preparato con ingredienti popolari e dal gusto intenso.
Il tipo di pasta tradizionalmente più usato sono gli spaghetti, anche se si prestano bene altri tipi di pasta lunga come le linguine, o alcuni tipi di pasta corta come le penne e, in particolar modo, i Rigatoni.

Origine

Le origini del piatto sono tuttora incerte ed al riguardo esistono diverse ipotesi, la più accreditata delle quali riconduce la sua comparsa ad una origine laziale, tuttavia alcuni aspetti peculiari nella sua preparazione sono riconducibili ad una origine napoletana.

Ipotesi angloamericana

È un dato di fatto che la carbonara non viene citata nel classico manuale di cucina romana di Ada Boni, edito nel 1930. Difatti Il piatto viene ricordato per la prima volta nel periodo immediatamente successivo alla liberazione di Roma nel 1944, quando nei mercati romani apparve il bacon portato dalle truppe angloamericane. Questo spiegherebbe perché nella carbonara, a differenza di altre salse come l'amatriciana, pancetta e guanciale vengono riportati spesso come ingredienti equivalenti. Secondo questa tesi, sembrerebbe che durante la seconda guerra mondiale, i soldati americani giunti in Italia, combinando gli ingredienti a loro più familiari che riuscivano a reperire, e cioè uova, pancetta e spaghetti, preparandosi da mangiare, abbiano dato l'idea ai cuochi italiani per la ricetta vera e propria che si svilupperà compiutamente solo più tardi. A supporto di questa ipotesi resta il fatto sopraccitato che la ricetta era sconosciuta a Roma prima della guerra.

I carbonari appenninici

Il piatto sarebbe stato "inventato" dai carbonai (carbonari in romanesco), i quali lo preparavano usando ingredienti di facile reperibilità e conservazione. Infatti per realizzare la carbonella era necessario sorvegliare la carbonaia per lungo tempo e quindi era importante avere con sé i viveri necessari.
La carbonara in questo caso sarebbe l'evoluzione del piatto detto cacio e ova, di origini laziali e abruzzesi, che i carbonari usavano preparare il giorno prima portandolo nei loro "tascapane", e che consumavano con le mani.
Il pepe (che non ha alcun tipo di riferimento o connessione con la fuliggine) era già usato in buona quantità per la conservazione del guanciale, grasso (o lardo) usato in sostituzione dell'olio, troppo caro per i carbonai.

Ipotesi napoletana

Un'altra ipotesi ricondurrebbe l'origine della carbonara alla cucina napoletana. Questa tesi individua in alcune ricette presenti nel trattato Cucina teorico-pratica di Ippolito Cavalcanti una possibile origine della pietanza. Va anche osservato a supporto di questa ipotesi come nella cucina popolare napoletana, unica tra le cucine regionali italiane, sia pratica comune condire alcune pietanze, con una tecnica e con ingredienti identici a quelli della carbonara. Essa consiste nell'aggiunta post-cottura di uno sbattuto di uova, formaggio, sale e abbondante pepe e nella successiva rapida mantecatura, al fine di evitare che lo sbattuto abbia a rapprendersi. Questa tecnica, riportata in diversi ricettari antichi e moderni, è tutt'oggi molto diffusa nella cucina partenopea e viene adottata nella preparazione di numerose ricette tradizionali, quasi sempre presenti nella doppia variante, con e senza aggiunta di questa salsa, tra le quali: pasta e piselli, pasta con le zucchine, la trippa alla "pasticciola", lo spezzatino ecc..

INGREDIENTI
(4 persone)

3 uova intere
50g panna fresca
noce moscata
sale, pepe
pancetta o guancia fresca (1 fetta di 1/2cm spessore a persona)
1/2 pecorino stagionato grattugiato
1/2 parmigiano grattugiato

 80-100g a persona spaghetti non sottili

PROCEDIMENTO

Togliete la cotenna alle fette di pancetta e tagliatele a listeralle di 1/2cm. Salatele in una ampia padella antiaderente finché saranno ben abbrustolite ma non bruciate. Scolate il grasso e mettetelo da parte per usarlo eventualmente come "strutto" per le piadine.
Salate e pepate bene la pancetta.
Mescolate in una ciotola le uova con poca panna, i due formaggi grattugiati, sale, pepe e noce moscata. Aggiungete la pancetta abbrustolita e mescolate bene.

Cuocete gli spaghetti in acqua salata, scolateli nella padella ancora unta e calda,  mescolate con il condimento per pochi minuti finchè il composto all'uovo velerà la pasta.
Servite subito.

CONSIDERAZIONI

Le dosi per questa pasta non possono essere precise: solitamente io metto 1 uovo in meno delle persone per cui dovrò cucinare. La dose di panna non deve essere troppa ma deve servire solo per rendere più cremoso il composto.
La pancetta abbrustolita va aggiunta ancora calda al composto all'uovo e mescolata perché in questo modo rimarrà non troppo croccante.

venerdì 22 maggio 2015

PIZZICOTTI di Contigliano

Qualche giorno fa ho scoperto una pasta povera della tradizione, per me assolutamente nuova: i PIZZICOTTI.
E' una pasta fatta con un impasto di pane/pizza lievitato e cotto in acqua salata a bollore.
E' tipico di Contigliano, paesino laziale in provincia di Rieti. Solitamente i pizzicotti vengono conditi con un sugo abbondate di pomodoro, aglio, peperoncino e olive nere.
Ho trovato on line filmati e diverse varianti in cui è usato lievito in polvere istantaneo o lievito di birra.
A Contigliano viene fatta anche la Sagra del Pizzicotto. Questa pasta prende il suo nome dal gesto con cui si spezza ciascun pezzetto di impasto prima di buttarlo nell'acqua salata a bollore.


INGREDIENTI
(5 persone)

500g farina 0
250g acqua a temperatura ambiente
13g lievito di birra
1 cucchiaino sale
2 cucchiai olio evo

SUGO

1 scatola pelati
olio evo
trito di sedano, carota, cipolla, aglio
peperoncino piccante
sale, pepe
qualche foglia di basilico fresco
pecorino stagionato grattugiato

PROCEDIMENTO

Prima di iniziare a fare i pizzicotti ricordatevi di calcolare le due ore di lievitazione dell'impasto.
Impastate farina, acqua e lievito di birra. Aggiungete poi il sale e solo alla fine l'olio. Impastate a mano o con l'impastatrice per una decina di minuti, fino ad ottenere un impasto liscio e non troppo duro.
Mettetelo a lievitare per 2 ore, in una ciotola sigillando con la pellicola.

Preparate un buon sugo di pomodoro piccante soffriggendo in olio evo, un piccolo trito di sedano, carota, cipolla, aglio. Aggiungete i pelati con il loro liquido (ed eventualmente anche un po' di acqua) e schiacciateli con la forchetta. Salate, pepate e mettete peperoncino piccante a piacere. Cuocete a fuoco basso fino alla consistenza e al sapore che preferite.

Poco prima di mangiare portate a bollore l'acqua salata, in una ampia pentola.
Prendete l'impasto lievitato e dividetelo il almeno 4 parti. Arrotolate ciascuna delle quali in grossi cilindri lunghi.

Preparate una padella ampia e un ramaiolo per scolare i pizzicotti lessati.
  

Prendete ciascun pezzo lungo e spezzate piccoli pizzicotti di impasto gettandolo direttamente nella pentola con l'acqua a medio bollore.
Man mano che la superficie dell'acqua si riempirà, mescolate con un cucchiaio di legno e continuate a buttare in acqua piccoli pizzicotti di pasta.

Non vi preoccupate del tempo trascorso tra i primi e i successivi: è una pasta che non scuoce. Se però la pentola a un certo punto risulerà troppo piena di pizzicotti in cottura, interrompete e scolate tutti quelli già lessati, mettendoli da parte in una ampia ciotola o padella.
Proseguite poi con il resto dell'imapsto.
Una volta che saranno tutti cotti e  scolati conditeli con abbondante sugo piccante al pomodoro e spolverizzate con abbondate pecorino stagionato grattugiato.
CONSIDERAZIONI

Se non avete tempo potete sostituire il lievito di birra con 1/2 bustina lievito istantaneo per torte salate: il tempo di riposo dell'impasto dovrebbe ridursi a una ventina di minuti soltanto.

Ricordatevi di spezzare dei piccoli pizzicotti di impasto perchè in cottura crescono. Sono cotti quando vengono a galla ma non si disfano se restano del tempo nell'acqua a bollore.
Se l'impasto è ben lavorato e lievitato non sarà appiccicoso e non avrete bisogno di farina per spezzettarlo. Al massimo ungetevi con poco olio le due dita.

Se vi avanzano dei pizzicotti già lessati, ma non conditi, potete surgelarli.

Questa pasta è davvero particolare: una volta cotta ha una forma unica, rustica. Anche la consistenza è originale: una via di mezzo tra gnocchi e orecchiette.

Ho adorato questo formato strano con il sugo abbondante di pomodoro piccante!

Eccovi anche  un filmato trovato su you-tube.