Questo è uno spazio in cui raccoglierò una parte del mio mondo, quello dedicato alla mia passione per la cucina, in generale.
Sarà sempre in divenire perchè sono sempre alla ricerca della variante, del meglio... di altro.

Luisa

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sabato 14 marzo 2015

PECAN PIE - TORTA DI NOCI PECAN

In occasione della serata di OPS e GOLAGIOCONDA dedicata alla Cucina del Mondo e nello specifico alla Cucina Tex-Mex ho preparato, apportando qualche modifica, un dolce davvero particolare. Eccovi la ricetta tratta dal libro LA CUCINA TEX-MEX Storie vere e sapori forti dai confini sconfinati dell'America
di Laurel Evans.

PECAN PIE - TORTA DI NOCI PECAN

INGREDIENTI
(stampo crostata con fondo ammovibile diametro 28cm)

BASE BRISEE
*
160g farina 0
110g burro
1/2 cucchiaino sale
1/2 cucchiaino zucchero semolato
40g acqua fredda
1 cucchiaino aceto di mele

FARCITURA

170g noci pecan sgusciate (o 100g noci +70g nocciole)
4 uova
60g burro fuso
100g zucchero semolato
300g sciroppo d’acero
1/2 cucchiaino sale

Panna montata senza zucchero

PROCEDIMENTO

Preparate la base brisee almeno un’ora prima del resto del dolce.
Impastate velocemente la farina, lo zucchero e il sale con i pezzetti di burro freddo fino ad ottenere un impasto simile a briciole. Aggiungete l’acqua fredda  e l’aceto.
Avvolgete l’impasto, appiattito a disco, con la pellicola e fate riposare in frigorifero almeno un’ora prima di stenderlo e ancora una mezz’ora una volta steso nello stampo prima di infornare.

Scaldate il forno ventilato portandolo a 200°C. Mentre raggiunge la temperatura mettete dentro, in una teglia foderata di carta da forno, le noci a tostare. Fate molta attenzione perché in meno di 10 minuti, controllandole di tanto in tanto, saranno pronte.
Lasciatele raffreddare e tritatele grossolanamente.

Cuocete in bianco la base della torta facendo attenzione che i bordi siano alti e la base sia ben bucherellata con la forchetta.
Procedete cuocendo per 10 minuti a 190°C ventilato mettendo un disco di carta da forno e i ceci sopra poi togliete ceci e carta sopra e proseguite per altri 7 minuti.
Sfornate e portate il forno a 150°C.

Sbattete le uova, lo zucchero, 1/2 cucchiaino di sale, il burro fuso e lo sciroppo d’acero.
Distribuite le noci pecan tritate sul fondo.
Versate, sopra, a filo il composto  liquido facendo attenzione a smuovere il meno possibile le noci.


Infornate a 140°C ventilato per 45 minuti.
Sfornate e lasciate raffreddare prima di sformare e servire con panna montata non zuccherata.


CONSIDERAZIONI


La ricetta originaria indicava uno stampo da 23cm di diamtro. Io ho provato a fare il dolce, la prima volta utilizzando uno stampo del diametro di 25cm  ed ho avuto qualche difficoltà perchè il ripieno era molto liquido ed arriva aproprio a filo con la crosta di brisee.
La volta successiva ho utilizzato uno stampo leggermente più grande da 28cm ed è stato perfetto.
In cottura il dolce tende a gonfiarsi, poi una volta sfornato torna a livellarsi.
*Vi consiglio di fare un po' di pasta brisee in più così ne avrete a sufficienza per uno stampo un po' più grande.
Se poi ne avanzate  potete stenderla e cuocerla successivamente creando dei piccoli cracker salati. Dovrete semplicemente stendere la brisee avanzata su un foglio di carta da forno, salarla, bucherellarla bene e con la rotellina dentata da pasta fare delle piccole losanghe. Non staccate le losanghe e infornate a 200°C forno ventilato fino a colorazione.
In cottura si gonfieranno e coloreranno leggermente, staccandosi uno dall'altro.
Sono davvero ottimi.


Passiamo ai sapori di questo dolce davvero particolare.
La combinazione tra sciroppo d'acero, noci pecan tostate, uovo e zucchero non è eccessiva, la base in brisee è leggera e friabile. La panna montata senza zucchero, servita a lato della fetta, accompagna, completa ed esalta l'insieme.

OPS Il Mondo a Tavola: TEX-MEX, terza serata

Ieri sera, Jean Micheal Carasso ed io abbiamo tenuto la terza lezione/cena a OPS a Firenze sulla Cucina Tex- Mex.
Hanno partecipato una trentina di persone, alcuni hanno assistito all'incontro che precedeva la cena in cui abbiamo parlato, preparato alcuni piatti della serata e distribuito le dispense con le ricette.
Eccovi il menù, le info e qualche foto. Vi ricordo che questo appuntamento si ripeterà ancora per il prossimo venerdì 20 marzo, con la Cucina Greca.


Alle 19 l'incontro con lo chef per una dimostrazione e alle 20.45 la cena.
°°°
    Il menù della serata del 13 marzo dedicata alla cucina tex-mex:

Cocktail di benvenuto
Guacamole (salsa di avocado speziata)
Mole rojo (salsa rossa piccante)
Crema di fagioli neri
Il tutto con nachos fatti in casa

Chili con carne (stufato di manzo, fagioli neri e spezie) con tortillas fatte in casa
Frittelle di mais
Cole slaw (insalata di cavolo cappuccio)

Pecan Pie (Torta alle noci di pecan) con nata batida

OpS è il ristorante situato dentro al Centro Commerciale Coop di Ponte a Greve (Viuzzo delle case nuove, Ponte a Greve Firenze, tranvia fermata Nenni Torregalli)
Prenotazione obbligatoria al 3287078084 cristiano@sicrea.eu o 3483517722 m.izzo@sicrea.eu
Organizzazione Gola Gioconda associazione
 ***
A breve pubblicherò la ricetta del dolce, creato appositamente per questa serata.

mercoledì 18 settembre 2013

Patacones: frittelle di Platano

Patacones: frittelle di Platano by fugzu
Patacones: frittelle di Platano, a photo by fugzu on Flickr.
Questa ricetta proviene dal numero di luglio/agosto della rivista A Tavola.
E' tipica del centro-sud America. Si può abbinare a un buon guacamole.
Ecco alcune info sul platano o plantano sulle pagine di Taccuini storici.

INGREDIENTI

platani maturi
olio di arachide per friggere
sale

PROCEDIMENTO

Sbucciate le banane e tagliatele a rondelle di 2-3 cm di spessore.
Scaldate bene l'olio e friggetele per 2-3 minuti per lato.
Scolate le rondelle e posizionatele su della carta assorbente.
Aiutandovi con un foglio di carta da forno e uno schiaccia carne o un matterello, formate le frittelle.
Mettete ciascuna rondella all'interno del foglio di carta e schiacciate.
Friggete nuovamente i patacones da entrambi i lati in olio per un altro minuto. Scolate e servite subito le frittelle salandole.

CONSIDERAZIONI

E' importante che queste banana , vendute solitamente molto verdi, maturino per essere più buone.

Originale/ottima variante del semplice platano fritto.

mercoledì 30 novembre 2011

Petto d'anatra alla erbe, arrostito con purè di manioca e manioca fritta in riduzione di vino rosso

A volte mi capita di giocare con il cibo, quasi a non pensare che sia tale ma che sia una tavolozza di colori o qualche altra poesia creativa... in testa provo e riprovo accostamenti, cotture, tempistiche, ingredienti e poi parto con l'opera.

Ieri è nato un piatto che, senza alcuna mia pretesa di alta cucina, per me è pura armonia, dall'idea, alla creazione, al mangiarlo con la mia famiglia.

Ve lo racconto, poi se proverete a farlo mi direte cosa ne pensate.

Ultima premessa: la manioca o cassava o yuca.
E' un tubero scuro ruvido e allungato. Bianco all'interno, leggermente dolce e filamentoso. Simile alla nostra patata.
Tipico della cucina del Sud America: non l'avevo mai cucinato ma lo avevo mangiato e adorato nel 1987, gli anni in cui andai a trovare mio padre che lavorava in Brasile.

Ho semplicemente cavalcato l'onda e seguito l'istinto: mi scuso se ho fatto grossolani errori di cucina o ovvietà.

INGREDIENTI
(4 persone)

2 petti d'anatra*
1 manioca (1,880 gr)
trito misto fresco di aromatiche (salvia, rosmarino, timo, erba cipollina, menta)
1 foglia alloro
2 chiodi garofano
1 scalogno piccolo
pepe in grani misto
burro ( per la carne e per il purè)
1 bicchiere pieno vino rosso toscano buono
olio arachidi per friggere
sale, pepe
latte

PROCEDIMENTO

Tritate al mixer le erbe aromatiche ad esclusione della foglia di alloro. Tenetene da parte un po' per le decorazioni finali.
Prendete i petti e con un coltello molto affilato incidete al pelle a scacchiera senza andare troppo in profondità.
Speziate l'anatra mettendola in un piatto anche con la foglia di alloro e lo scalogno sbucciato e tagliato in 4 spicchi.

Preparate la manioca. Ricordate che cruda è tossica.
Sbucciatela, con un coltello ben affilato togliendo a buccia più esterna scura e anche la parte colorata interna finchè troverete la parte bianca.

Questo tubero è fatto come una grossa carota, il cuore centrale, un filamento legnoso, è la parte più dura e va tolta.
Sempre facendo attenzione e usando un coltello grande e affilato cercate di spaccarla in verticale e poi in quarti.
Otterrete dei grossi spicchi. Ora dovrete sezionarli di una lunghezza media, in modo da ottenere delle sezioni che, una volta cotte, non si sbricioleranno ma che potrete poi tagliare a bastoncini.
Cercate quindi di tagliare dei pezzetti grossi ma lunghi circa 6 cm.
Mettete sul fuoco una pentola di acqua fredda e versateci tutti i pezzetti di manioca, anche i più piccoli e le schegge di polpa dura.
Portate a ebollizione il tutto e cuocete per 15 minuti.
Con un ramaiolo scolate la manioca e tagliatela a porzioni tipo le patatine fritte. Mettetele ad asciugare e raffreddare su un canovaccio, ben distanziate.

Prendete tutti i ritagli e i pezzetti rotti , cotti di manioca e schiacciateli grossolanamente. Metteteli un un pentolino con un po' di burro, aggiungendo il latte freddo un po' alla volta cuocendo per 5-6 minuti.
Frullate col mixer ad immersione e a fiamma spenta aggiungete altro latte freddo fino ad ottenere la consistenza desiderata.
Non sale ne pepate o mettete altro.

Passiamo ora ai petti di anatra. In una padella antiaderente mettete una porzione generosa di buon burro. Quando sfrigola posizionate i petti sulla padella dalla parte della pelle, cuocendo a fiamma viva per circa 5 minuti, finchè la pelle si arrostisce bene.
Girate quindi senza forare e cuocete un paio di minuti anche dalla parte della carne.
Togliete dal fuoco e dalla padella e metteteli con la pelle rivolta verso l'alto in una pirofila di ceramica chiusa con il coperchio.

Preparate ora la riduzione di vino rosso. Versate nella padella dove avete rosolato i petti il vino rosso, la foglia di alloro, i 2 chiodi di garofano e i pezzi di scalogno.
Cuocete a fuoco basso, al bollore minimo finchè si sarà molto ristretto. Eventualmente travasate dopo poco in un pentolino più piccolo.

Quando sarà circa dimezzato filtrate la riduzione e versatela in una ciotolina.

Friggete ora le patatine di manioca in abbondante olio di arachidi molto caldo.
Scolatele quando saranno dorate e salatele abbondantemente solo al momento di servirle.

Accendete il forno ventilato a 200°C e solo 15 minuti prima di servire la carne, raggiunta la temperatura, mettette i petti di anatra a cuocere, nella pirofila scoperchiata, con la pelle rivolta verso l'alto, per soli 10 minuti.
Una volta trascorsi i quali dovrete togliere la pirofila dal forno, chiuderla nuovamente con il coperchio e lasciare riposare la carne per 5 minuti.

Scaldate velocemente il piccolo purè e la salsa di vino ristretti.

E ora impiattiamo.

Tagliate i petti a fette non sottili.

Versate un paio di cucchiaiate di purè, sistemate le fette di petto, rosa all'interno, mettete una piccola catasta di patatine di manioca e decorate con un nastro di riduzione di vino e una spolverata di erbette aromatiche fresche.

CONSIDERAZIONI

Se siete sopravvissuti alla lunga narrazione avrete ottime possibilità di successo nel riuscire a rifare questo mio piatto in quanto è più facile cucinarlo che leggerlo.
Se seguirete i miei tempi potrete preparare tutto molto prima (compreso la prima cottura dei petti) e solo una mezz'ora prima finire col friggere le patatine e concludere la seconda cottura della carne.

La manioca è davvero particolare. Facendo il purè mi sono accorta che assorbe molto più latte delle nostre patate e che è buonissima anche nella sua consistenza di purea, senza aggiungere nulla neanche il sale.
Mentre friggendola dopo averla lessata e cotta a 2/3, assorbe meno olio e abbrustolisce più velocemente.
La manioca fritta è perfetta e golosa con una dose più abbondate di sale di quella che usiamo per le nostre patatine fritte.
Passiamo alla riduzione di vino. Ho volutamente cercato di afre una salsa, colorata , non cremosa e che servisse a "pulire" a bocca dagli altri sapori. Non ho quindi aggiunto ne fecola ne miele per addensare o addolcire ma se voi volete provare...

Per quanto riguarda la carne in realtà ho acquistato una mezza anatra e l'ho completamente disossata, tagliata poi in due pezzi: il petto e il resto, ho provato a seguire per entrambi un unico procedimento.
Ho lasciato riposare volutamente l'anatra prima di tagliarla per rilassare le sue fibre dopo la breve cottura violenta.
Il risultato è stato ottimo ma il petto era perfetto abbrustolito, morbido e delicat o  mentre l'altro pezzo era troppo duro pur essendo buonissimo di sapore.

Riassumendo.
Siamo stati tutti entusiasti: la manioca, leggermente dolce, nelle due consistenze di puè e fritta si sposa perfettamente con il petto d'anatra arrostito e profumato alla erbe e la riduzione senza predominare crea un piccolo gioco di contrasti nella sua semplicità e lieve acidità