Questo è uno spazio in cui raccoglierò una parte del mio mondo, quello dedicato alla mia passione per la cucina, in generale.
Sarà sempre in divenire perchè sono sempre alla ricerca della variante, del meglio... di altro.

Luisa

giovedì 7 ottobre 2010

Migliaccio dolce di Faenza

Per me è stato inevitabile pensare a questo dolce una volta fatto quello di marroni di Marradi: sono parenti stretti sia negli ingredienti, sia nella procedura, sia nell'origine della ricetta  tipiche di piccole zone, circoscritte ma tenaci nella tradizione.

Le basi di questi dolci sono davvero familiari (nel senso delle case della zona) e legate ai tempi passati... uso di prodotti poveri quali al farina di castagne e la sfoglia come "guscio" e l'aggiunta di qualche cosa di speciale che facesse  sapore di festa/abbondanza di "spezie" .. come alkermes, rum, vaniglia, cannella, spezie, Saba...

Eccomi qua con le indicazioni del MIGLIACCIO come si faceva in casa NERI, la casa di mia nonna paterna.. nonna che ha ora 97 anni.

Vi copio dal vecchio foglietto che mi mostrò diversi anni fa.



INGREDIENTI

1/2 litro di sangue di maiale
2 litri di latte
1/2 dose spezie varie *
1/4 litro di Saba (liquore per dolci molto denso, del faentino)
1/2 kg di zucchero
4 mele grattugiate
cioccolata
frutta candita
1 pizzico di sale
1 tira (pezzo) di pane sbriciolata


PROCEDIMENTO

Cuocere in una pentola, quando è sodo mettere in una teglia foderata da una sfoglia sottile tipo quella della crostata.
E' cotto quando provando con un bastoncino risulta asciutto.

* mia nonna mi ha detto che queste spezie varie si compravano sfuse nella bottega e mischiate con la Saba diventavano qualche cosa simile a una marmellata.

CONSIDERAZIONI

Con questa dose si ottengono due teglie da forno: un fondo sottilissimo di pasta in teglia quadrata. Il ripieno è marrone/nero un po' lucido, compatto tipo una crema fredda appena granulosa: il dolce è altezza uniforme di circa due dita e mezzo.
Io lo adoro ma l'ho fatto solo una volta appena sposata. Lo mangio solo io e dovetti metterlo in congelatore a pezzi per non esagerare.

Anche l'Artusi  parla di questo dolce nel suo libro.
Ecco le pagine! Non ricordavo che anche lui citava entrambi i dolci... e preferiva quello romagnolo. 
Cliccate sulla foto per ingrandirla e leggere.