Quando provai a prima volta a fare il Labna, formaggio fresco della tradizione mediorientale, mi imbattei anche nel "cugino" indiano Paneer.
Il paneer viene usato naturale abbrustolito sulla piastra e poi condito e aromatizzato, oppure per farcire alcuni pani quali in cheese naan, come ingrediente per altri piatti, ad esempio gli spinaci speziati. Ha la consistenza simile al quark o al philadelphia, ma per me è ancora più buono se lo fate con lo yogurt, perchè non ha nessuna sfumatura acida.
Ieri finalmente ho provato a farlo.
Ho trovato numerose ricette, su riviste e on line: alcune usano limone o aceto per cagliare, una usava lo yogurt.
Quest'ultima del Blog La mia Cucina indiana, mi è piaciuta in modo particolare.
Le dosi sono molto relative perchè ciascun latte e ciascun yogurt bianco è diverso.
Vi darò le indicazioni generali.
INGREDIENTI
(1 piccolo formaggio)
1 litro latte intero fresco
2 yogurt bianchi da 125 gr (o forse di più)
poco sale (facoltativo)
telo sottile di lino
canestrella
termometro (facoltatvo)
PROCEDIMENTO
Scaldare il latte intero fino quasi al bollore, tra gli 80°C - 85°C iniziare a versare lo yogurt un cucchiaio alla volta mescolando. Mantenete la temperatura. Verso la fine noterete che il latte inspessisce: potrete terminare di mettere yogurt.
Spegnete il fornello e lasciate intiepidire fermo il latte/yogurt per almeno 30 minuti.
Scolate con un passino la cagliata e versatela in un telo di lino che filtrerà il latticello.
Non buttate il latticello potrete usarlo per la panificazione oppure versando nuovamente a caldo del limone potrete ottenere pochissima ricotta e del siero.
Anche il siero può essere usato per la panificazione.
Potete versare la cagliata anche in un canestrello per ricotta o formaggio fresco.
Appoggiate il canestrello rialzato su un piatto e mettete ad asciugare in frigorifero in una zona non troppo fredda.
La cosa migliore sarebbe quella di cercare di pressare il paneer. Dopo un paio di ore salatelo leggermente e mantenetelo al fresco.
CONSIDERAZIONI
Ho ottenuto un paneer alto un paio di cm e di diametro di 12 cm.
In realtà il mio è risultato morbido, ma compatto, quasi pannoso ma certamente non asciutto perchè non sono riuscita a pressarlo.
Tra le indicazione del blog la mia cucina indiana raccomandano di conservarlo a bagno in acqua salata una volta fatto e di cambiarla ogni giorno... ma in quel caso il paneer era più asciutto.
Ricorda anche di lavare la cagliata se viene fatta con limone o aceto per eliminare il sapore forte, mentre utilizzando lo yogurt non serve.
Dovrò rifarla al più presto provando ad aumentare la dose di yogurt bianco od eventualmente provando con un altro tipo di yogurt bianco per vedere se riesco ad ottenere una consistenza più asciutta.
Per ora è da 24 ore in frigorifero e il sapore è sempre ottimo , si è leggermente compattato. Lo tengo all'aria su un piattino da frutta.
Vi posso assicurare che anche così è ottimo: è una via di mezzo tra un philadelphia e l'interno della burrata.
CONSIDERAZIONI 2
Oggi ho rifatto il paneer partendo da
1 litro latte intero fresco
2 yogurt greci bianchi (170gr X 2)
Ho portato a 85 °C il atte e poi ho versato con un cucchiaio di legno un po' alla volta lo yogurt, mescolando.
Sono stata attenta che rimanesse costante la temperatura e finito lo yogurt ho continuato a mantenerla per qualche minuto ancora (anche se si vedeva il latte già cagliato).
Spenta la fiamma ho coperto con un piatto e lasciato a riposare per circa un'ora.
Ho preso quindi un colino grande a maglia fine e con una ramina ho versato la cagliata scolando il latticello in una ciotola.
Man mano ho usato il retro del ramaiolo per schiacciare e fare uscire ulteriore liquido.
In breve il formaggio si è compattato e l'ho versato a mo' di torta su un telo di lino: aiutandomi con quest'ultimo ho dato una forma di mattonella schiacciata e l'ho sigillato completamente con il telo.
Ho riempito la pentola dove avevo fatto la cagliata con acqua e l'ho posizionata sopra al "pacchetto" di paneer che avevo messo sopra un piatto.
Ho lasciato così per 4 ore, in una zona fresca di casa.
Ho quindi tolto il formaggio dal telo di lino ed è risultato compatto e assolutamente non acquoso: un panetto di 1 cm di spessore, circa 12 X 8 cm.
L'ho asciugato nuovamente e avvolto in un altro piccolo telo di lino, mettendo il panetto così avvolto, in un contenitore ermetico in frigorifero, nella zona bassa, meno fredda.
Posso quindi con concludere che la prima volta la cagliatura non era stata completa: lo yogurt bianco era poco e poco attivo. Probabilmente anche la temperatura del latte era un po' bassa e il latte con si era separato bene: prova è stata che il latticello è colorato e limpido questa volta.
Ora non ho scuse per non fare i cheese naan.
CONSIDERAZIONI 3
Ho fatto nuovamente il peneer utilizzando 1 litro di latte intero fresco e 2 yogurt greci da 170g ciascuno. Ho ottenuto un paneer di 270g pesato dopo 4 ore di riposo sotto il peso.L'ho utilizzato tutto per fare bocconcini grigliati e speziati.
Questo è uno spazio in cui raccoglierò una parte del mio mondo, quello dedicato alla mia passione per la cucina, in generale.
Sarà sempre in divenire perchè sono sempre alla ricerca della variante, del meglio... di altro.
Luisa
martedì 14 febbraio 2012
Burro chiarificato, ghee
Mi ha sempre spaventato il provare a fare il "burro chiarificato".. ma alla fine mi sono armata di coraggio e di info varie e mi sono costretta a farlo.
Il burro chiarificato è un burro trattato col calore per cui si separala materia grassa (82%) da acqua caseina e lattosio (12%). Il burro chiarificato o ghee come si chiama in India e in Oriente, è solo materia grassa, ha un punto di fumo molto più alto del burro normale ed è ottimo per friggere. Essendo privo di acqua è soggetto a minore proliferazione batterica e si conserva più a lungo del burro normale.
E' sempre importante partire da una ottima materia prima. Ricordate di partire con una buona dose perchè durante il procedimento perderete circa il 20% di prodotto.
Ho trovato diverse procedure per ottenere il burro chiarificato, sia su fiamma diretta bassa, sia su fiamma a bagnomaria ,sia in forno a 80°C.
Io ho utilizzato il metodo più semplice: pentolino a fiamma diretta bassa. Bollitura bassissima del burro per 20 minuti circa senza mescolare mai.
All'inizio ho schiumato con delicatezza con un cucchiaio poi a fine procedura senza smuovere, con delicatezza ho filtrato con un colino il burro caldo lasciando sul fondo un po' di liquido e la caseina raggrumata, versando il tutto in un barattolo di vetro.
Il burro chiarificato fuso è limpido e dorato.
Cercate di portare a a 8°C velocemente il burro chiarificato, sarà migliore nella consistenza e nel colore.
In realtà si potrebbe recuperare tutto il burro chiarificato versando questo fondino di liquido e pezzetti di caseina in un bicchiere di plastica resistente al calore.
1)Potete rovesciare il bicchiere su un piatto , quando la parte grassa in alto sarà solidificata, il resto, la parte liquida e la caseina saranno ancora in forma liquida, quindi potrete facilmente prelevare il piccolo avanzo di parte grassa, di burro chiarificato e buttare il resto.
OPPURE
2)Mettendolo subito in congelatore, si solidificherà. Una volta ripreso dal congelatore e rovesciato dal bicchiere di plastica, facendo una piccola pressione sul fondo, potete tagliare la parte più trasparente con un coltello: quella è il deposito di caseina e acqua.
Ho usato, per ora, il burro chiarificato, per ungere un pane indiano.
Il burro chiarificato è un burro trattato col calore per cui si separala materia grassa (82%) da acqua caseina e lattosio (12%). Il burro chiarificato o ghee come si chiama in India e in Oriente, è solo materia grassa, ha un punto di fumo molto più alto del burro normale ed è ottimo per friggere. Essendo privo di acqua è soggetto a minore proliferazione batterica e si conserva più a lungo del burro normale.
E' sempre importante partire da una ottima materia prima. Ricordate di partire con una buona dose perchè durante il procedimento perderete circa il 20% di prodotto.
Ho trovato diverse procedure per ottenere il burro chiarificato, sia su fiamma diretta bassa, sia su fiamma a bagnomaria ,sia in forno a 80°C.
Io ho utilizzato il metodo più semplice: pentolino a fiamma diretta bassa. Bollitura bassissima del burro per 20 minuti circa senza mescolare mai.
All'inizio ho schiumato con delicatezza con un cucchiaio poi a fine procedura senza smuovere, con delicatezza ho filtrato con un colino il burro caldo lasciando sul fondo un po' di liquido e la caseina raggrumata, versando il tutto in un barattolo di vetro.
Il burro chiarificato fuso è limpido e dorato.
Cercate di portare a a 8°C velocemente il burro chiarificato, sarà migliore nella consistenza e nel colore.
In realtà si potrebbe recuperare tutto il burro chiarificato versando questo fondino di liquido e pezzetti di caseina in un bicchiere di plastica resistente al calore.
1)Potete rovesciare il bicchiere su un piatto , quando la parte grassa in alto sarà solidificata, il resto, la parte liquida e la caseina saranno ancora in forma liquida, quindi potrete facilmente prelevare il piccolo avanzo di parte grassa, di burro chiarificato e buttare il resto.
OPPURE
2)Mettendolo subito in congelatore, si solidificherà. Una volta ripreso dal congelatore e rovesciato dal bicchiere di plastica, facendo una piccola pressione sul fondo, potete tagliare la parte più trasparente con un coltello: quella è il deposito di caseina e acqua.
Ho usato, per ora, il burro chiarificato, per ungere un pane indiano.
giovedì 9 febbraio 2012
Biscotti al cioccolato di Ferran Adrià
Eccovi un'altra ricetta dal libro di Ferran Adrià: PRANZO IN FAMIGLIA, Ed. PHAIDON.
Premetto che la forma dei biscotti non è quella giusta ma il sapore è buonissimo!
INGREDIENTI
(30-40 biscotti)
1/2 baccello vaniglia
2 uova
160 gr zucchero semolato
4 cucchiaini burro ( 14 gr)
150 gr cioccolato fondente al 75% (64%)
50 gr cioccolato bianco e fondente a pezzetti (metà e metà)
4 cucchiaini farina (00- 14 gr)
1 cucchiaino 5 spezie* ( 2 gr)
1 cucchiaino caffè solubile
PROCEDIMENTO
Preparate la polvere delle 5 spezie: è una miscela di origine cinese composta da:
semi di finocchio, cardamomo, anice stellato, pepe di Sichuan e cannella in polvere.
Incidere il baccello di vaniglia prelevare i semi di mezza bacca. versarli nelle uova intere che monterete assieme allo zucchero.
Nel frattempo sciogliete a microonde il cioccolato fondente con il burro.
Versate a filo il cioccolato fuso col burro mandando la frusta piano.
Tritate a coltello i due cioccolati e teneteli da parte.
Mettete le spezie e il caffè solubile nella farina.
Versate le polveri nell'impasto dei biscotti e amalgamate con una spatola. Aggiungete per ultimo i due cioccolati a pezzetti.
Versate il composto su un foglio di carta forno: arrotolatelo fino a formare un filoncino di circa 4 cm di diametro.
Mettetelo in congelatore per almeno un'ora: finchè non rassoda.
Portate il forno ventilato a 180°C . Tagliate delle rondelline e disponetele su teglie foderate di carta forno. Cuocete per 10 minuti, sfornate e lasciate raffreddare su una griglia.
CONSIDERAZIONI
Non avevo cioccolato fondente al 75% così ho usato quello al 64%. L'impasto è molto morbido ed è davvero necessario metterlo in freezer. Purtroppo anche se il mio è a -20, un'ora non è bastato a rassodare bene l'impasto.
Non avevo tempo così ho tagliato ugualmente i biscotti ma così non hanno mantenuto bene la forma. La prossima volta proverò a tenere il filoncino in congelatore più a lungo.
Già così i biscotti sono stupendi, crostina fine croccante e cuore morbido. Per non parlare dei profumi e de sapori che si mischiano alle consistenze...
Provateli!
Premetto che la forma dei biscotti non è quella giusta ma il sapore è buonissimo!
INGREDIENTI
(30-40 biscotti)
1/2 baccello vaniglia
2 uova
160 gr zucchero semolato
4 cucchiaini burro ( 14 gr)
150 gr cioccolato fondente al 75% (64%)
50 gr cioccolato bianco e fondente a pezzetti (metà e metà)
4 cucchiaini farina (00- 14 gr)
1 cucchiaino 5 spezie* ( 2 gr)
1 cucchiaino caffè solubile
PROCEDIMENTO
Preparate la polvere delle 5 spezie: è una miscela di origine cinese composta da:
semi di finocchio, cardamomo, anice stellato, pepe di Sichuan e cannella in polvere.
Incidere il baccello di vaniglia prelevare i semi di mezza bacca. versarli nelle uova intere che monterete assieme allo zucchero.
Nel frattempo sciogliete a microonde il cioccolato fondente con il burro.
Versate a filo il cioccolato fuso col burro mandando la frusta piano.
Tritate a coltello i due cioccolati e teneteli da parte.
Mettete le spezie e il caffè solubile nella farina.
Versate le polveri nell'impasto dei biscotti e amalgamate con una spatola. Aggiungete per ultimo i due cioccolati a pezzetti.
Versate il composto su un foglio di carta forno: arrotolatelo fino a formare un filoncino di circa 4 cm di diametro.
Non avevo cioccolato fondente al 75% così ho usato quello al 64%. L'impasto è molto morbido ed è davvero necessario metterlo in freezer. Purtroppo anche se il mio è a -20, un'ora non è bastato a rassodare bene l'impasto.
Non avevo tempo così ho tagliato ugualmente i biscotti ma così non hanno mantenuto bene la forma. La prossima volta proverò a tenere il filoncino in congelatore più a lungo.
Già così i biscotti sono stupendi, crostina fine croccante e cuore morbido. Per non parlare dei profumi e de sapori che si mischiano alle consistenze...
Provateli!
martedì 7 febbraio 2012
Cupcakes di Elvis
Eccovi altri cupcakes, alla maniera dei brownie, naturalmente fatti da mia figlia Clara, che li adora.
La leggenda racconta che Elvis Presley adorasse i burro di arachide...
La ricetta proviene dal libro di cucina: Cupcake: autentiche ricette dei cupcake americani; Autore: Alisa Morov, Ed. Biblioteca Culinaria.
INGREDIENTI
(11-12 pezzi)
24 gr cacao amaro
78 gr acqua calda
1 uovo grande
1/3 di cucchiaino di estratto di vaniglia (un po' di semi dalla bacca)
1/3 di cucchiaino di estratto di cioccolato ( facoltativo)
94 gr farina 0
100 gr zucchero semolato
1/3 di cucchiaino di lievito in polvere
un pizzico di sale
64 gr burro
48 gr arachidi salate o non tritate finemente
CREMA AL BURRO di ARACHIDI
64 gr burro (semisalato)
84 gr burro di arachidi
76 gr zucchero a velo
PROCEDIMENTO
Preriscaldate il forno ventilato a 160°C.
In una piccola ciotola sciogliete il cacao nell'acqua bollente.
Mescolate in una ciotola di media dimensione l'uovo con 1/4 del cacao e acqua e gli eventuali estratti.
Nel contenitore di un robot da cucina mescolate gli ingredienti secchi: farina, zucchero, lievito, noccioline tritate a coltello e il pizzico di sale.
Versate l'acqua calda con cacao e estratti e mescolate a bassa velocità per 5 minuti. Aggiungete quindi l'uovo con il restante acqua e cacao. e continuate a mescolare piano per altri 5 minuti.
Foderate gli stampi con 12 pirottini e spennellate la carta con poco burro fuso.
Aiutandovi con un sac a poche semplicemente tagliato all'estremità, riempite con l'impasto i pirottini fino a metà.
Se vedete delle punte stendetele aiutandovi con un dito umido d'acqua.
Cuocete in forno a 160°C ventilato per 15 minuti: prima di sfornare fate la prova con lo stecchino perchè anche se cotti saranno morbidi.
Mentre raffreddano su una griglia preparate la crema al burro di arachidi.
Con una spatola ammorbidite il burro fino a renderlo cremoso, aggiungete il burro di arachidi e passate a montare il tutto con una frusta elettrica a bassa velocità, aggiungendo anche lo zucchero a velo un po' alla volta.
Mettete in un sacco a poche con la bocchetta di metallo la crea di burro e farcite i cupcakes decorando eventualmente con un paio di noccioline salate.
Per golosi !
La leggenda racconta che Elvis Presley adorasse i burro di arachide...
La ricetta proviene dal libro di cucina: Cupcake: autentiche ricette dei cupcake americani; Autore: Alisa Morov, Ed. Biblioteca Culinaria.
INGREDIENTI
(11-12 pezzi)
24 gr cacao amaro
78 gr acqua calda
1 uovo grande
1/3 di cucchiaino di estratto di vaniglia (un po' di semi dalla bacca)
1/3 di cucchiaino di estratto di cioccolato ( facoltativo)
94 gr farina 0
100 gr zucchero semolato
1/3 di cucchiaino di lievito in polvere
un pizzico di sale
64 gr burro
48 gr arachidi salate o non tritate finemente
CREMA AL BURRO di ARACHIDI
64 gr burro (semisalato)
84 gr burro di arachidi
76 gr zucchero a velo
PROCEDIMENTO
Preriscaldate il forno ventilato a 160°C.
In una piccola ciotola sciogliete il cacao nell'acqua bollente.
Mescolate in una ciotola di media dimensione l'uovo con 1/4 del cacao e acqua e gli eventuali estratti.
Nel contenitore di un robot da cucina mescolate gli ingredienti secchi: farina, zucchero, lievito, noccioline tritate a coltello e il pizzico di sale.
Versate l'acqua calda con cacao e estratti e mescolate a bassa velocità per 5 minuti. Aggiungete quindi l'uovo con il restante acqua e cacao. e continuate a mescolare piano per altri 5 minuti.
Foderate gli stampi con 12 pirottini e spennellate la carta con poco burro fuso.
Aiutandovi con un sac a poche semplicemente tagliato all'estremità, riempite con l'impasto i pirottini fino a metà.
Se vedete delle punte stendetele aiutandovi con un dito umido d'acqua.
Mentre raffreddano su una griglia preparate la crema al burro di arachidi.
Con una spatola ammorbidite il burro fino a renderlo cremoso, aggiungete il burro di arachidi e passate a montare il tutto con una frusta elettrica a bassa velocità, aggiungendo anche lo zucchero a velo un po' alla volta.
Mettete in un sacco a poche con la bocchetta di metallo la crea di burro e farcite i cupcakes decorando eventualmente con un paio di noccioline salate.
CONSIDERAZIONI
Clara ha utilizzato sempre burro normale, non quello leggermente salato.
Ero un po' perplessa per gli accostamenti ma vi devo dire che i sapori e le consistenze sono equilibrate. Nella ricetta originaria la dose era esagerata, il triplo di quella fatta da noi, e si ottenevano 24 cupcake grandi.
Clara ha utilizzato sempre burro normale, non quello leggermente salato.
Ero un po' perplessa per gli accostamenti ma vi devo dire che i sapori e le consistenze sono equilibrate. Nella ricetta originaria la dose era esagerata, il triplo di quella fatta da noi, e si ottenevano 24 cupcake grandi.
Facendoli medio piccoli sono perfetti anche nel sapore e non stancano anche se farciti con una crema al burro di arachidi.
Per golosi !
Pita Greca - πίτα
Ci sono numerose ricette per la Pita Greca, ma in tutte, a differenza dell'impasto della Pita Araba, non ci deve essere solo farina e acqua ma anche l'olio.
Sono stata diverse volte in Grecia e a Creta ma la più buona PITA l'ho mangiata, il luglio scorso, in un ristorante Greco, a Trieste.
Questa è come quella, che abbiamo divorato, in antipasto,con le varie salse greche.
INGREDIENTI
(8 pite, 20 cm diametro)
275 g di farina 0,
275 gr farina Manitoba (o forte)
340 ml di acqua
24 gr di lievito di birra fresco
2 cucchiai di olio extravergine di oliva
2 cucchiaini rasi di sale
PROCEDIMENTO
Sciogliete il lievito nell'acqua tiepida.
Mescolate le farine nella ciotola dell'impastatrice e avviatela a bassa velocità incorporando l'acqua e lievito piano piano.
Quando l'impasto sarà formato aggiungete il sale continuando a impastare fino ad assorbimento.
Procedete quindi con l'olio, sempre a bassa velocità finchè anche quest'ultimo sarà assorbito e avrete ottenuto un impasto morbido e vellutato ma con una propria consistenza.
Lasciatelo riposare per 25 minuti coperto da un foglio di nylon poi formate 8 palline da circa 118 gr ciascuna.
Iniziate a stendere dalla prima pallina formata, usando il matterello e senza forzare la pasta. Stendete le pite quindi a metà dimensione una dopo l'altra , poi ritornate alla prima e finte ottenendo dei dischi grandi come un piattino da frutta, circa 20 cm di diametro.
Posizionate le pite su fogli di carta forno o su un tagliere e con il retro dei rebbi di una forchetta schiacciate tutta la superficie in modo che lievitando e cuocendo non si gonfi a mo' di palla.
Spruzzate le pite con una emulsione composta da 1 parte di acqua e 1 parte di olio extravergine di oliva e un po' di sale.
Coprite con un foglio di plastica (che manterrà la superficie umida)e lasciate lievitare per circa 40 minuti.
Nel frattempo portate il forno ventilato a 190°C con già una teglia vuota in alto. Poco prima di infornare versate dell'acqua nella leccarda calda. Questo consentirà una cottura con vapore.
Foderate due teglie di carta forno e mettete in ciascuna 2 pite.
Infornate per 5 minuti poi girate le pite e cuocetele altri 5 minuti.
Non saranno cotte completamente,e risulteranno pallide. Una volta sfornate fatele raffreddare su una griglia. Se non le utilizzerete subito potete impilarle e conservarle in frigorifero dentro un sacchetto di plastica sigillato.
Se le volete consumare subito l'ideale è scaldarle e finire di arrostire su una griglia al camino. Poi le spennellerete di olio e cospargerete di origano.
CONSIDERAZIONI
Sono perfette: mi piace molto anche la doppia cottura. Oggi abbiamo provato a fare la seconda cottura in una padella antiaderente molto calda.
E' stato molto più facile della cottura al camino, dove si rischia con nulla di asciugarle o troppo o bruciarle.
Chi volesse le pite che si "gonfiano" basta che non schiacci la pita con i rebbi della forchetta.
Potete anche fare la seconda cottura in forno, ma anche in quel caso state attenti a non andare oltre e asciugare troppo le pite.
Sono stata diverse volte in Grecia e a Creta ma la più buona PITA l'ho mangiata, il luglio scorso, in un ristorante Greco, a Trieste.
Questa è come quella, che abbiamo divorato, in antipasto,con le varie salse greche.
INGREDIENTI
(8 pite, 20 cm diametro)
275 g di farina 0,
275 gr farina Manitoba (o forte)
340 ml di acqua
24 gr di lievito di birra fresco
2 cucchiai di olio extravergine di oliva
2 cucchiaini rasi di sale
PROCEDIMENTO
Sciogliete il lievito nell'acqua tiepida.
Mescolate le farine nella ciotola dell'impastatrice e avviatela a bassa velocità incorporando l'acqua e lievito piano piano.
Quando l'impasto sarà formato aggiungete il sale continuando a impastare fino ad assorbimento.
Procedete quindi con l'olio, sempre a bassa velocità finchè anche quest'ultimo sarà assorbito e avrete ottenuto un impasto morbido e vellutato ma con una propria consistenza.
Lasciatelo riposare per 25 minuti coperto da un foglio di nylon poi formate 8 palline da circa 118 gr ciascuna.
Iniziate a stendere dalla prima pallina formata, usando il matterello e senza forzare la pasta. Stendete le pite quindi a metà dimensione una dopo l'altra , poi ritornate alla prima e finte ottenendo dei dischi grandi come un piattino da frutta, circa 20 cm di diametro.
Posizionate le pite su fogli di carta forno o su un tagliere e con il retro dei rebbi di una forchetta schiacciate tutta la superficie in modo che lievitando e cuocendo non si gonfi a mo' di palla.
Coprite con un foglio di plastica (che manterrà la superficie umida)e lasciate lievitare per circa 40 minuti.
Nel frattempo portate il forno ventilato a 190°C con già una teglia vuota in alto. Poco prima di infornare versate dell'acqua nella leccarda calda. Questo consentirà una cottura con vapore.
Foderate due teglie di carta forno e mettete in ciascuna 2 pite.
Infornate per 5 minuti poi girate le pite e cuocetele altri 5 minuti.
Non saranno cotte completamente,e risulteranno pallide. Una volta sfornate fatele raffreddare su una griglia. Se non le utilizzerete subito potete impilarle e conservarle in frigorifero dentro un sacchetto di plastica sigillato.
CONSIDERAZIONI
Sono perfette: mi piace molto anche la doppia cottura. Oggi abbiamo provato a fare la seconda cottura in una padella antiaderente molto calda.
E' stato molto più facile della cottura al camino, dove si rischia con nulla di asciugarle o troppo o bruciarle.
Chi volesse le pite che si "gonfiano" basta che non schiacci la pita con i rebbi della forchetta.
Potete anche fare la seconda cottura in forno, ma anche in quel caso state attenti a non andare oltre e asciugare troppo le pite.
domenica 5 febbraio 2012
Dolce di squacquerone
Qualche giorno fa mia mamma mi ha detto di aver fatto un dolce con lo squacquerone, davvero ottimo, mi sono allora ricordata della ricetta, sul numero di aprile 2007 de La Cucina Italiana, segnata ma mai fatta.
L'ho quindi fatto dopo poco.
In questi giorni sto leggendo un libro sula cucina del Medioevo: mi è sembrato evidente quindi il collegamento di questa ricetta tradizionale romagnola, con la cucina medioevale.
In quel periodo non si utilizzavano nè panna nè burro e come leganti erano impiegati mandorle e pane.
Che dire, quasi per magia,eccovi un dolce che ha fatto indenne, un lungo viaggio nel tempo...
INGREDIENTI
(tortiera a cerniera alta 28 cm diametro)
500 gr latte (*)
300 gr squacquerone
200 gr zucchero semolato
130 gr pane pasta dura (pane toast*)
100 gr mandorle pelate
5 uova
scorza grattugiata 1 arancia
1/2 bustina lievito in polvere (8gr)
farina per lo spolvero
pane grattugiato e burro per lo stampo
un pizzico sale
PROCEDIMENTO
Accendere il forno ventilato a 190°C e tostare brevemente le mandorle. Fatele raffreddare e passatele al mixer fino a farne farina fine.
Ammollate il pane nel latte; strizzandolo poco amalgamatelo allo scquacquerone. Unite la farina di mandorle e la scorza grattugiata di arancia.
Aggiungete i tuorli sbattuti con una parte di zucchero. Montate gli albumi con il restante zucchero e il pizzico di sale e aggiungeteli con delicatezza per ultimi.
Imburrate e cospargete di pangrattato uno stampo (a cerniera alto 4cm), versate l'impasto e spolverate aiutandovi con un colino con poca farina la superficie.
Cuocete in forno a 190°C per 50 minuti circa.
L'ho quindi fatto dopo poco.
In questi giorni sto leggendo un libro sula cucina del Medioevo: mi è sembrato evidente quindi il collegamento di questa ricetta tradizionale romagnola, con la cucina medioevale.
In quel periodo non si utilizzavano nè panna nè burro e come leganti erano impiegati mandorle e pane.
Che dire, quasi per magia,eccovi un dolce che ha fatto indenne, un lungo viaggio nel tempo...
INGREDIENTI
(tortiera a cerniera alta 28 cm diametro)
500 gr latte (*)
300 gr squacquerone
200 gr zucchero semolato
130 gr pane pasta dura (pane toast*)
100 gr mandorle pelate
5 uova
scorza grattugiata 1 arancia
1/2 bustina lievito in polvere (8gr)
farina per lo spolvero
pane grattugiato e burro per lo stampo
un pizzico sale
PROCEDIMENTO
Accendere il forno ventilato a 190°C e tostare brevemente le mandorle. Fatele raffreddare e passatele al mixer fino a farne farina fine.
Ammollate il pane nel latte; strizzandolo poco amalgamatelo allo scquacquerone. Unite la farina di mandorle e la scorza grattugiata di arancia.
Aggiungete i tuorli sbattuti con una parte di zucchero. Montate gli albumi con il restante zucchero e il pizzico di sale e aggiungeteli con delicatezza per ultimi.
Imburrate e cospargete di pangrattato uno stampo (a cerniera alto 4cm), versate l'impasto e spolverate aiutandovi con un colino con poca farina la superficie.
CONSIDERAZIONI
Non avevo il pane romagnolo e quindi ho dovuto ripiegare su semplice pane da toast*. Il latte era troppo e l'ammollo è stato istantaneo: ho cercato di non strizzare il pane perchè già molto molle.
Il dolce era molto alto e liquido ma non ha avuto problemi di cottura: ho cotto il primo quarto d'ora a 190°C ventilato e il restanti 35 minuti a 180°C ventilato.
Una volta sfornato è sceso leggermente ma ha mantenuta la sua leggerezza.
Mi sono chiesta il motivo dello spolvero finale, prima di infornare, con la farina.
Non ho capito se è per un effetto visivo/estetico (sembra poi zucchero a velo) o anche strutturale ( formare una microcrosticina più consistente).
La cosa interessante è invece il sapore, il colore, la consistenza.
Ruvido sul fondo e sui lati grazie al pangrattato sullo stampo imburrato, profumato per la buccia d'arancio, delicato per il pane, le uova... e quella piccola nota quasi non identificabile ( chi non sa e non conosce questo formaggio non può capire) dello squacquerone...
E' difficile farvi capire meglio, sembra un budino ma non lo è, ricorda il latte brulè e il suo cugino moderno creme caramel, ma non lo è. Ha qualche parentela con il mio dolce di ricotta cotto ma è diverso.
Vi posso solo aggiungere che mi ha conquistato!
PS: se lo rifate mi raccomando usate lo squacquerone non una crescenza o uno stracchino.. sono diversi di sapore e consistenza!
CONSIDERAZIONI 2
L'ho rifatto e ho utilizzato del mio pane di semola rimacinata, fette con crosta compresa: le ho messe a bagno in 250g di latte facendo in modo che il liquido fosse tutto assorbito e senza strizzare poi la pappa di pane.
Non avevo buccia di arancia e ho così usato un po' di arancia candita che ho frullato con le mandorle.
Il risultato è stato sempre ottimo: adoro questo dolce. Mio marito l'ha mangiato a colazione accompagnato con un po' di marmellata. mercoledì 1 febbraio 2012
Dolcetti di cocco di Ferran Adrià
Finalmente ieri è arrivato il libro di Ferran Adrià: sfogliato tutto d'un fiato. Unico e spettacolare nella semplicità e genialità delle ricette e della impaginazione e ... dell'argomento: PRANZO IN FAMIGLIA, Ed. PHAIDON.
Questa mattina mia figlia Clara ha provato la prima ricetta.
INGREDIENTI
(15 pezzi)
100 gr cocco essiccato non zuccherato
100 gr zucchero semolato
1 uovo intero
PROCEDIMENTO
Accendete i l forno a 180°C e portatelo a temperatura.
Rivestite di carta forno una placca .
Sbattete l'uovo con la frusta e aggiungete lo zucchero.
Aiutandovi con le mani mescolate anche il cocco, ottenendo un impasto uniforme.
Aiutandovi con un cucchiaino una spatola prendete piccole porzioni di impasto e formate velocemente delle palline.
Ponetele sulla teglia e infornate per circa 13 minuti, fino a colorazione.
Fate raffreddare su una griglia e servite.
CONSIDERAZIONI
Preparazione velocissima ma geniale. Abbiamo ottenuto 17 dolcetti. Li abbiamo cotti a 170°C , forno ventilato solo per 11 minuti.
I dolcetti sono risultati appena dorati, con una lieve crosticina esterna, lievemente più morbidi all'interno.
Il sapore è particolare, si sente l'uovo, ricordano in alcune sfumature gli Yemas di S.Teresa e sono naturalmente dolci dolci.
A noi sono piaciuti davvero tanto.
Questa mattina mia figlia Clara ha provato la prima ricetta.
INGREDIENTI
(15 pezzi)
100 gr cocco essiccato non zuccherato
100 gr zucchero semolato
1 uovo intero
PROCEDIMENTO
Accendete i l forno a 180°C e portatelo a temperatura.
Rivestite di carta forno una placca .
Sbattete l'uovo con la frusta e aggiungete lo zucchero.
Aiutandovi con le mani mescolate anche il cocco, ottenendo un impasto uniforme.
Aiutandovi con un cucchiaino una spatola prendete piccole porzioni di impasto e formate velocemente delle palline.
CONSIDERAZIONI
Preparazione velocissima ma geniale. Abbiamo ottenuto 17 dolcetti. Li abbiamo cotti a 170°C , forno ventilato solo per 11 minuti.
I dolcetti sono risultati appena dorati, con una lieve crosticina esterna, lievemente più morbidi all'interno.
Il sapore è particolare, si sente l'uovo, ricordano in alcune sfumature gli Yemas di S.Teresa e sono naturalmente dolci dolci.
A noi sono piaciuti davvero tanto.
martedì 31 gennaio 2012
Focaccia dolce alle mele
Questa ricetta proviene dal libro "Voglia di Pane" autori: Anna Prandoni e Sara Giannotti; Editore De Vecchi.
Ho seguito alla lettera la ricetta ma per i mie gusti è molto "panosa".
La prossima volta aggiungerò più liquidi e stenderò di più l'impasto ed eventualmente tagliando leggermente più spesse le mele le metterò solo a fine lievitazione.
INGREDIENTI
(2 teglie)
1 kg farina 0
500 gr latte (535gr)*
35 gr burro
35 gr miele
40 gr zucchero (20 gr + 20gr)
25 gr lievito di birra
9 gr sale
3 mele Golden tagliate a fette
PROCEDIMENTO
Ho versato nella ciotola del Kenwood la farina, il lievito, il miele e metà dello zucchero; ho versato il latte a temperatura ambiente e avviato l'impastatrice a bassa velocità.
Quando si è iniziato a formare l'impasto ho aggiunto il sale e aspettato che impastando, fosse assorbito. Ho quindi messo il burro a temperatura ambiente.
Dopo circa 12 minuti ho ottenuto il mio impasto che ho messo a lievitare coperto per 1 ora.
Passato questo tempo l'ho spezzato in due parti che, dopo aver steso col mattarello, ho disposto su due teglie foderate di carta forno.
Ho nuovamente coperto con un foglio di carta trasparente per mantenere al superficie umida e facilitare la lievitazione.
Ho pulito e tagliato a fettine le mele e le ho posizionate su tutta la superficie delle due focacce come indicato nella ricetta, spolverando poi con il rimanente zucchero.
Ho coperto nuovamente con un foglio di carta trasparente lasciando lievitare per un'altra ora.
Ho infornato a 200°C forno ventilato con la teglia n alto con dell'acqua per creare del vapore in cottura.
Ho cotto le due teglie insieme per 25 minuti, togliendo poi la teglia con l'acqua e continuando la cottura ancora 5 ultimi minuti.
CONSIDERAZIONI
Questa focaccia non è molto dolce e come ho scritto all'inizio per me è molto panosa, pur essendo molto buona.
Le indicazioni dicevano di stendere (all'inizio) a matterello dello spessore di 1 cm: per me è uno spessore troppo alto quando poi le focacce devono ancora più che raddoppiare. Quando aumenterò i liquidi (*) stenderò l'impasto a mano in teglia, molto più fine, verrà meglio e con bolle più grosse.
Noi l'abbiamo mangiata così spolverata con ancora un po' di zucchero oppure con la solita mia salsa al cioccolato.
Ho seguito alla lettera la ricetta ma per i mie gusti è molto "panosa".
La prossima volta aggiungerò più liquidi e stenderò di più l'impasto ed eventualmente tagliando leggermente più spesse le mele le metterò solo a fine lievitazione.
INGREDIENTI
(2 teglie)
1 kg farina 0
500 gr latte (535gr)*
35 gr burro
35 gr miele
40 gr zucchero (20 gr + 20gr)
25 gr lievito di birra
9 gr sale
3 mele Golden tagliate a fette
PROCEDIMENTO
Ho versato nella ciotola del Kenwood la farina, il lievito, il miele e metà dello zucchero; ho versato il latte a temperatura ambiente e avviato l'impastatrice a bassa velocità.
Quando si è iniziato a formare l'impasto ho aggiunto il sale e aspettato che impastando, fosse assorbito. Ho quindi messo il burro a temperatura ambiente.
Dopo circa 12 minuti ho ottenuto il mio impasto che ho messo a lievitare coperto per 1 ora.
Passato questo tempo l'ho spezzato in due parti che, dopo aver steso col mattarello, ho disposto su due teglie foderate di carta forno.
Ho nuovamente coperto con un foglio di carta trasparente per mantenere al superficie umida e facilitare la lievitazione.
Ho pulito e tagliato a fettine le mele e le ho posizionate su tutta la superficie delle due focacce come indicato nella ricetta, spolverando poi con il rimanente zucchero.
Ho infornato a 200°C forno ventilato con la teglia n alto con dell'acqua per creare del vapore in cottura.
Ho cotto le due teglie insieme per 25 minuti, togliendo poi la teglia con l'acqua e continuando la cottura ancora 5 ultimi minuti.
CONSIDERAZIONI
Questa focaccia non è molto dolce e come ho scritto all'inizio per me è molto panosa, pur essendo molto buona.
Le indicazioni dicevano di stendere (all'inizio) a matterello dello spessore di 1 cm: per me è uno spessore troppo alto quando poi le focacce devono ancora più che raddoppiare. Quando aumenterò i liquidi (*) stenderò l'impasto a mano in teglia, molto più fine, verrà meglio e con bolle più grosse.
giovedì 26 gennaio 2012
Alette di pollo alla Buddy
Questa è una ricetta vista dai miei figli in un programma tv di Sky, fatta da uno Chef pasticcere italoamericano di nome Buddy.
Ho seguito le sue indicazioni ma le dosi degli ingredienti sono a vostro gusto.
INGREDIENTI
alette (pezzetti) di pollo
aglio tritato
rosmarino
peperoncino
1 cucchiaino mostarda di Digione
2 cucchiai abbondanti miele
salsa di soia
salsa Worcester
Sherry (Rum o Vin Santo)
sale, pepe
PROCEDIMENTO
Tagliate a pezzetti il pollo o utilizzate solo alette (grandi) di pollo come nella ricetta originaria.
In una busta a chiusura ermetica o in un contenitore sigillabile, componete la marinata versando tutti gli ingredienti in modo che una volta messi i pezzeti di pollo, siano completamente coperti.
Lasciate marinare in frigorifero per almeno 2 ore: è meglio 24 ore.
Accendete il forno ventilato a 190°C e portarlo a temperatura. Scolare i pezzi di pollo e disponeteli in una pirofila in modo che siano vicini e non sovrapposti.
Filtrate la marinata e mettetela in un tegamino a restringere bollendo piano mentre il pollo si cuoce.
Rosolate i pezzi per un'ora, ricordandovi di irrorarli con poca marinata ristretta ogni quarto d'ora e rigirandoli.
Una volta terminata la cottura scolate il pollo dal fondo di cottura e mettetelo sul piatto di portata irrorandolo con l'avanzo della marinata ristretta.
CONSIDERAZIONI
Davvero ottimo! L'ideale sarebbe utilizzare davvero delle alette di pollo, ma dovrebbero essere grandi in modo da assaporare il giusto quantitativo equilibrato di carne/pelle.
Non avevo Sherry ed ho quindi utilizzato del buon Rum, dovrò riprovare.
Ho marinato il pollo per 24 ore. La lunga marinatura e gli zuccheri hanno conferito un colore e una morbidezza unica alla carne. Vi posso solo dire che mio figlio odia la pelle di pollo, ma in questa preparazione l'ha divorata.
Ricordatevi di non utlizzare il fondo di cottura alla fine perchè ricco di grasso (cotto e pesante) mentre la salsina ottenuta dalla marinata ristretta è perfetta per completare questa golosità. Eventualmente, dopo il primo quarto d'ora di cottura scolate il grasso fuoriuscito prima di iniziare a inumidire con la marinata.
Buddy alla fine aggiunge un po' di burro per glassare l'avanzo di marinata ristretta: a me piaceva la consistenza così come era, proverò la prossima volta.
CONSIDERAZIONI 2
Ho fatto una marinata simile, solo per 12 ore utilizzando sovraccosce di pollo.
Non ho messo la senape e la mostarda. Ho utilizzato le solite spezie aggiungendo un po' di salvia e timo freschi, la paprika in polvere dolce, poco olio extravergine di oliva, un po' di succo di limone e del Vin Santo.
Ho seguito la ricetta ma non ho aggiunto tanto miele. A fine cottura ho messo un pezzetto di burro nell'avanzo di marinatura filtrato e ristretto, glassando la salsa e usandola per le sovraccosce messe nel piatto di portata.
Il sapore è meno orintalegginate, meno dolce e avvolgfente ma già la carne è buona, leggera, umida e tenera.
Meglio sempre una marinatura di 24 ore.
Ho seguito le sue indicazioni ma le dosi degli ingredienti sono a vostro gusto.
INGREDIENTI
alette (pezzetti) di pollo
aglio tritato
rosmarino
peperoncino
1 cucchiaino mostarda di Digione
2 cucchiai abbondanti miele
salsa di soia
salsa Worcester
Sherry (Rum o Vin Santo)
sale, pepe
PROCEDIMENTO
Tagliate a pezzetti il pollo o utilizzate solo alette (grandi) di pollo come nella ricetta originaria.
In una busta a chiusura ermetica o in un contenitore sigillabile, componete la marinata versando tutti gli ingredienti in modo che una volta messi i pezzeti di pollo, siano completamente coperti.
Lasciate marinare in frigorifero per almeno 2 ore: è meglio 24 ore.
Accendete il forno ventilato a 190°C e portarlo a temperatura. Scolare i pezzi di pollo e disponeteli in una pirofila in modo che siano vicini e non sovrapposti.
Filtrate la marinata e mettetela in un tegamino a restringere bollendo piano mentre il pollo si cuoce.
Rosolate i pezzi per un'ora, ricordandovi di irrorarli con poca marinata ristretta ogni quarto d'ora e rigirandoli.
Una volta terminata la cottura scolate il pollo dal fondo di cottura e mettetelo sul piatto di portata irrorandolo con l'avanzo della marinata ristretta.
CONSIDERAZIONI
Davvero ottimo! L'ideale sarebbe utilizzare davvero delle alette di pollo, ma dovrebbero essere grandi in modo da assaporare il giusto quantitativo equilibrato di carne/pelle.
Non avevo Sherry ed ho quindi utilizzato del buon Rum, dovrò riprovare.
Ho marinato il pollo per 24 ore. La lunga marinatura e gli zuccheri hanno conferito un colore e una morbidezza unica alla carne. Vi posso solo dire che mio figlio odia la pelle di pollo, ma in questa preparazione l'ha divorata.
Ricordatevi di non utlizzare il fondo di cottura alla fine perchè ricco di grasso (cotto e pesante) mentre la salsina ottenuta dalla marinata ristretta è perfetta per completare questa golosità. Eventualmente, dopo il primo quarto d'ora di cottura scolate il grasso fuoriuscito prima di iniziare a inumidire con la marinata.
Buddy alla fine aggiunge un po' di burro per glassare l'avanzo di marinata ristretta: a me piaceva la consistenza così come era, proverò la prossima volta.
CONSIDERAZIONI 2
Ho fatto una marinata simile, solo per 12 ore utilizzando sovraccosce di pollo.
Non ho messo la senape e la mostarda. Ho utilizzato le solite spezie aggiungendo un po' di salvia e timo freschi, la paprika in polvere dolce, poco olio extravergine di oliva, un po' di succo di limone e del Vin Santo.
Ho seguito la ricetta ma non ho aggiunto tanto miele. A fine cottura ho messo un pezzetto di burro nell'avanzo di marinatura filtrato e ristretto, glassando la salsa e usandola per le sovraccosce messe nel piatto di portata.
Il sapore è meno orintalegginate, meno dolce e avvolgfente ma già la carne è buona, leggera, umida e tenera.
Meglio sempre una marinatura di 24 ore.
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