ed ecco mi son accorta che non ho mai pubblicato una ricetta che avevo provato tanto tempo fa.
Non ricordo la fonte della ricetta ma vi posso dire che questa è molto simile a quella che si mangiava in campagna. Se veniva comperata nei forni di "città", di Faenza, la crosticina chiara era sostituita da una ricca spolverata di zucchero in granella.
In ogni caso era accompagnata da un bicchiere di Albana: il nostro vino bianco dolce.
INGREDIENTI
500 gr farina 0
200 gr zucchero
100 gr strutto
1 bicchiere di latte (125 gr)
4 uova (1 intera e tre tuorli)
3 albumi (montati servono per la crosta)
1 bustina di lievito per dolci
un pizzico di sale
un po' di limone grattugiato
PROCEDIMENTO
Mescolare tutti gli ingredienti ottenendo una pasta omogenea non troppo molle. Foderate una teglia con carta da forno e date la forma a due filoncini dello spessore di poco più di 1 cm della lunghezza di una teglia, levigarli e spalmarli abbondantemente con gli albumi ben montati a neve.
Infornate in forno ventilato a 180° C per 30 minuti circa.
Lasciate raffreddare su una griglia e servite tagliando a fette dello spessore di 1 cm e bagnandole con bicchiere di Albana.
CONSIDERAZIONI
Chi non è romagnolo rimane stupito che la nostra ciambella sia di forma allungata e non un dolce tondo con un buco centrale. Noi siamo sempre ... originali ma ecco su wikipedia la spiegazione da dove deriva il nome.
E' un dolce friabile che si mantiene a lungo. Era tipico delle Feste e ricorrenze speciali.
io lo chiamo belsone!!!
RispondiEliminaanche a carpi la chiamano ciabella!
caspita e' troppo buona!
Cara Luvi, ho letto il tuo commento sul mio blog e sono venuta subito a vedere la tua ciambella. Che bello questo scambio di ricette della tradizione!
RispondiEliminaMia nonna, avendo due vacche da latte, faceva in casa la ricotta e il burro. Ecco perchè lo metteva poi nella ciambella.
Ma sicuramente faceva largo utilizzo in cucina anche dello strutto che arrivava dalla lavorazione del maiale che era rito e festa del mese di gennaio.
Grazie per la condivisione.
Marina
Grazie Marina Casadei per la visita e per il racconto! so benissimo che ogni famiglia aveva le proprie ricette e ti posso dire che mia nonna paterna veniva da Reda (zona di Faenza verso Forlì), suo marito era di Pergola (zona collinare verso Brisighella) e mia mamma veniva dalla Bassa (zona di Faenza verso Lugo)... e così c'erano sempre 3 versoni di qualunque cibo che combattevano per la supremazia della ricetta GIUSTA, VERA :)
RispondiEliminaPensavo in generale che l'uso dello strutto in romagna fosse più diffuso... ma come spre dipendeva da cosa aveva a disposizione ciascuna famiglia...
la famiglia di miamamma faceva formaggi... quella di mia onna paterna e di mio nonno paterno no...
è sempre un piacere incontrare una appassionata delle tradizioni romagnole. :)